Anna Banti - Artemisia
Artemisia, il libro di Anna Banti così come lo possiamo leggere oggi è quasi un dialogo infratemporale tra l'autrice e la pittrice del Seicento -il manoscritto originale è infatti andato perduto durante i bombardamenti del 1944 della città di Firenze dove Banti si trovava in quel momento. Questa perdita, per quanto sofferta, non impedisce all'autrice di voler dare voce alla storia di Artemisia- un dialogo che si muove tra tempi (il Novecento di Banti e il Seicento di Gentilseschi) e luoghi (Firenze, Roma, Napoli e non solo).
In questo articolato e profondo intrecciarsi di vite, di luoghi e di tempi sento d'esserci anche io che per caso (ma non credo che le cose accadano per caso) mi trovo a leggere questo libro nella città di Firenze che ora mi ospita e a rivolgere i miei occhi alla città di Roma che pure è stata "casa" per me fino a non molti mesi fa.
È commovente immaginarmi parte di questo scambio di tempi e di vite e ritrovarmi connessa a queste due donne, queste riflessioni si aprono ai miei occhi come un'epifania, che potenza inenarrabile ha la letteratura, io ne sono totalmente innamorata.
Ringrazio la casa editrice per questo omaggio, ci ho messo del tempo per iniziarlo e poi per concluderlo ma qualcosa mi suggerisce che non poteva che essere così: dovevo leggerlo proprio qui a Firenze, dovevo leggere di luoghi che quotidianamente il mio passo solca così come hanno fatto quello di Anna Banti e di Artemisia Gentileschi.